Aprile 18, 2024

Il Caffè Keynesiano

UN SORSO DI ECONOMIA PER LA PAUSA QUOTIDIANA

Chi siamo

Il Caffè Keynesiano è nato da una sfida, ovvero quella di poter rendere comprensibile ciò che per sua natura non lo è: il too big to understand. L’informazione, infatti, si affida sempre di più a resoconti specifici e parziali, dei quali si leggono sì e no le prime quattro righe o addirittura solo il titolo, senza soffermarsi quasi mai su altri punti di vista. Questo perché la nostra mente predilige ciò che si conosce, omettendone gli aspetti più controversi e riducendo così il tutto a un’unica voce priva di contraddittorio con la quale coccolare le nostre certezze.

Di notizie veloci e univoche qui non ne troverete. Cercheremo piuttosto di avvalerci delle politiche economiche e delle scienze cognitive per unire il teorico col pratico, spiegando sia l’abc dell’economia, sia le modalità e i motivi attraverso cui le scelte della Bce e del governo italiano impattano sul nostro portafoglio.

Saranno quindi i perché, insieme ai come, che ci accompagneranno in questo esperimento didattico-giornalistico, che trova in Keynes e in Caffè le due principali guide attraverso cui smontare il gomitolo dei fatti e delle notizie odierne, per comprenderne la sensatezza e, qualche volta, l’insensata sensatezza.

Il Caffè Keynesiano è tutto questo. Un blog nato dall’amicizia e dal confronto tra un economista appassionato di politiche monetarie e welfare states, Roberto Biondini, e un giornalista col pallino per le scienze cognitive, Claudio Dolci. Il nostro intento sarà quello di tradurre l’economia d’oggi e i suoi impatti sulla nostra vita, nel rispetto del contradditorio e di tutte quelle difficoltà che esso presenta.

Buona lettura!

blank

Roberto Biondini

Nato a Modena, classe ’96, laureato in economia e finanza e poi economia e government presso l’Università Bocconi, ho conseguito un master in diplomazia e relazioni internazionali presso ISPI a Milano. Per studio e lavoro ho vissuto a Mosca, Bruxelles, Milano e Roma.
Sono appassionato di politica monetaria, mercato del lavoro e politiche fiscali, e nutro una forte ammirazione verso gli studi keynesiani e quelli dei suoi successori. Credo infatti in un capitalismo dinamico ed equo, che di tanto in tanto faccia sì che un intervento pubblico sopraggiunga per migliorare le distorsioni del libero mercato ed accelerare così quelle scelte che altrimenti rischierebbero di restare nel dimenticatoio della politica. Sono europeo ed europeista, liberal-socialista, favorevole a qualsiasi diritto che sia fonte di libertà individuale.

Claudio Dolci

Originario di Reggio Emilia, classe ’89, laureato in scienze della comunicazione (presso Unimore), poi in scienze cognitive e processi decisionali in abito socio-economico-formativo (presso la Statale di Milano) e di recente ho concluso un dottorato in scienze umanistiche con specializzazione in narratologia.
Giornalista per passione e attaccabrighe di professione. Collaboro col Corriere della Sera dal 2017, mentre qui mi occupo di raccontare i mali di un mercato senza freni, i limiti di un potere istituzionale senza rappresentanza ed illustrare il quadro generale in cui si collocano i fatti, le decisioni e le parole che ogni giorno fanno illuminare e ci tengono attaccati al nostro smartphone.
Ho preso parte a questo progetto perché solo Keynes e Caffè possano salvarci dalle enormi disuguaglianze del presente.

Guglielmo de Puppi

Friulano di nascita, classe ’99, ho conseguito una laurea triennale in scienze politiche e magistrale in economia e management presso l’università Bocconi. L’anno scorso ho frequentato con successo un master in public policy presso la Hertie School di Berlino. Attualmente lavoro come graduate analyst presso un’azienda energetica danese attiva nel settore delle rinnovabili e dell’offshore wind.
Sono appassionato di politica e di relazioni internazionali. Nell’analisi degli scenari politici domestici e internazionali mi piace comprendere l’influenza del fattore umano. Negli ultimi tempi mi sono centrato sulle tematiche ambientali ed energetiche, studiando politiche che possano favorire e velocizzare la transizione verde. Oggi sento di fare la mia parte in questa causa grazie al mio lavoro.
Mi interesso molto anche di economia politica e pubblica, ed il concetto keynesiano che più mi è caro è quello delle aspettative (aspetta e spera). Sono un tifoso sfegatato del Milan, amo i gatti e preferisco il vino rosso al bianco.

Giuseppe Porcaro

Nato a Napoli, classe ’02, laureando in Scienze Economiche presso l’Università di Napoli Federico II.
Fin dal principio ho trovato nella scrittura e nella passione per la politica e l’economia – in particolar modo per l’ambito macro-economico – una bussola con cui orientarmi nel mondo: l’economia per leggerne l’evoluzione, il funzionamento in chiave sociale – dai semplici scambi commerciali a fenomeni complessi come l’inflazione –, la politica, invece, ritengo, come recita l’adagio, che pensi a te anche quando tu a lei non pensi, quindi occhio. Capire come funzioni, le sue logiche e la sua trasformazione, dai partiti della prima Repubblica al leaderismo di oggi, è fondamentale per cambiare le cose, sia per sé sia per gli altri, fornendo informazioni imparziali e precise.
Un aspetto di me che vorrei restasse sempre così? La capacità di vedere del bene in ogni sua forma.

Federico Collavini

Ragazzo del ‘99, ma di un secolo dopo, ho cominciato giovanissimo a scrivere articoli che raccontavano le gesta di un gruppo di piccoli cestisti sul parquet. In seguito, alle sfrenate passioni per la pallacanestro e la storia si sono aggiunte quelle per il calcio, di rigorosa e partigiana fede interista, e per l’economia.
Dopo aver conseguito la laurea triennale in Economia e Finanza presso l’università Bocconi, ho intrapreso un coinvolgente percorso lavorativo nell’ambito della finanza aziendale, in una multinazionale italiana che opera nel campo dei materiali compositi, della robotica e dell’automazione industriali. Laureando in Amministrazione e Controllo d’Impresa presso l’università di Bologna, scrivere mi dà l’occasione di coltivare e e approfondire anche gli argomenti che esulano dall’ambiente professionale.