Da un po’ di tempo si è ricominciato a sentir parlare dei nostri cugini ellenici nel dibattito europeo, specialmente in contesto economico, dopo la “bella notizia” dell’inizio della rivalutazione del suo debito che per la prima volta viene elevato dalla valutazione “#Spazzatura“, un successo accompagnato da altri premi del mercato che da fiducia ad Atene chiedendo meno interessi di quanto faccia per Roma.
Ma nonostante tutto questo, siamo sicuri che non ci stiamo facendo trascinare dall’Eu(ro)foria
Parliamo di #DEBITO e mettiamo a fuoco l’immagine: sì, è vero che DBRS ha rivalutato i #Bond ateniesi spiegando che dal 2008 ci sono state riforme che hanno rimesso sul binario giusto l’economia greca – e c’è una forte probabilità che altre agenzie daranno simili valutazioni -, però c’è un però, anzi più di uno.
Le “#riforme” in Grecia sono state molto più incentrate su soluzioni di breve termine (riequilibrio domanda-offerta), i problemi strutturali intorno alla gestione finanziaria non sembrano essere stati risolti, l’economia è molto poco diversificata e altamente alimentata dal settore turistico, gli investimenti sono spinti soprattutto sull’immobiliare, senza un’idea strategica seria e infine l’economia reale è tutt’altra che in buona salute, con salari bassi e una crescita occupazionale che riguarda soprattutto lavori a bassissimo reddito.
La vera gestione del debito è molto meno un motivo di vanto. Una domanda: Chi detiene il debito greco ? La risposta: soggetti istituzionali, internazionali e nazionali, ossia banche greche e istituzioni europee.
Oltre a ciò va chiarito che le scadenze di questo debito sono a molto lungo termine, i rimborsi inizieranno intorno al 2030 e le casse di Atene possiedono la #liquidità per affrontare i pagamenti, mentre se il governo greco volesse pensare a come finanziarsi in futuro potrebbe incontrare più difficoltà, vista la scarsa disponibilità dei mercati nei confronti.
In conclusione, è opportuno chiarire le intenzioni di queste parole. Non una ricerca di attaccare la ripresa di un’economia tristemente in difficoltà ma la voglia di riportare un’immagine e un pensiero realistico della situazione in modo che si possa affrontare in modo adeguato.
Il popolo greco non riuscirà a rimettersi in piedi con i giusti aiuti se il mondo sarà ad applaudire una finta immagine di “resilienza” mentre la barca è ancora in piena odissea.
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